L'obiettivo principale delle attività che vi racconterò in questo libro è quello di trasformare i bambini della scuola dell'infanzia da consumatori passivi ad attivi creatori di contenuti multimediali tramite la creazione di un cartone animato.
GUARDATE PRIMA QUESTO BREVE DOCUMENTARIO SULLA SUA REALIZZAZIONE
Il titolo del cortometraggio che ho avuto il piacere di dirigere e animare è “Pannocchia non ha più paura”. Il cartone si basa sul racconto per bambini del dirigente scolastico Pierpaolo Frigotto e dell'insegnante Lùcia Nizzaro, pubblicato da Edizioni Centro Studi Erickson. La storia narra delle avventure della burattina Pannocchia, la sorellina di Pinocchio.
Durante un inverno molto freddo l'intero paese viene paralizzato da una grandissima nevicata che costringe tutti gli abitanti a non uscire più di casa. Le scuole vengono chiuse, i vigili urlano col megafono di rimanere al calduccio ognuno nelle proprie abitazioni e i genitori possono uscire solo per le commissioni più urgenti... Stando attenti a non scivolare e farsi male! Pannocchia si ammala di raffreddore e spaventata dalla sua malattia decide di non uscire più di casa per non ammalarsi di nuovo. Si rintana nel suo piccolo mondo e nasconde nei suoi foltissimi capelli biondi tutte quelle cose che la spaventano, come le scarpe della mamma per non farla andare via, lo stetoscopio del Dottor Baffoni e lo zainetto di scuola. Alla fine però, grazie alla sua famiglia e ai suoi amici, impara a superare le sue paure e a tornare così a vivere serena e felice.
La creazione del cortometraggio animato ha abbracciato tutte le fasi produttive di un progetto cinematografico, rendendo i bambini i veri protagonisti e artefici dell'opera. Pre-produzione, produzione, post-produzione e distribuzione: ogni sequenza di lavoro è stata organizzata, presentata e svolta seguendo specifiche procedute e attività didattiche ideate per essere alla loro portata.
Oltre che come artisti, i bambini si sono resi protagonisti anche come doppiatori, dimostrando un grandissimo impegno e un entusiasmo pazzesco verso quel mondo fatto di microfoni, copioni e battute da riprovare tantissime volte senza mai scoraggiarsi. Anche qui, la creazione di una stanza dedicata a questo genere di attività ha permesso loro di sentirsi dei veri professionisti e di dare sempre il massimo. Per finire, tutti insieme hanno imparato e cantato la canzone originale di Pannocchia, scritta da Riccardo Tronca, e utilizzata come sigla del corto animato.
Durante la realizzazione di questo progetto i bambini, tramite le attività, i laboratori e giochi organizzati, hanno interiorizzato l'importanza del pensiero e dell'insegnamento multimediale, della didattica digitale e di come il mondo sta cambiando e con lui anche il nostro modo di imparare. Inoltre, tutti gli insegnanti coinvolti, hanno imparato a colmare le lacune tecnologiche che trascuravano, impegnandosi a stare al passo con i tempi per non perdere le nuove possibilità che il mondo e la tecnologia offrono ai giorni nostri e, soprattutto, per permettere ai bambini di arrivare preparati e con un bagaglio che consenta loro di poter decidere la direzione della propria vita.
Nella prima parte di questo libro, quella teorica, farò chiarezza sulle metodologie e sulle terminologie utilizzate in seguito nel lato pratico. Nella seconda parte, invece, analizzerò e vi accompagnerò, step by step, nella creazione vera e propria del cartone animato, dalla sua preparazione alla distribuzione.
Vorrei spendere le ultime parole, prima di farvi iniziare il libro, tornando a “Pannocchia non ha più paura” e al contesto in cui è nato tutto questo.
La narrazione ha un enorme potenziale, sia per il coinvolgimento diretto che esercita nei bambini che per le tematiche che affronta. La morale che sta al centro ci trasmette un importantissimo insegnamento: la consapevolezza che non saremo mai soli. Non importa cosa ci succederà nella vita e cosa ci spaventerà, avremo sempre al nostro fianco una famiglia e degli amici su cui contare e che, con tanto amore, ci aiuteranno a vincere anche i momenti più difficili. E, ovviamente, noi ci saremo sempre anche per loro.
Questa storia non è nata a caso, ma ha un background piuttosto particolare: è figlia degli avvenimenti che sono successi durante i mesi di lockdown dovuti alla pandemia di Covid-19.
L’epidemia di Coronavirus ha colpito in maniera piuttosto limitata i bambini e con sintomi molto più lievi di quanto non abbia fatto con gli adulti durante i mesi più duri. Tuttavia, a causa della situazione che la sua diffusione globale ha generato, i più piccoli hanno subito comunque gravi conseguenze.
La prima fase della pandemia è stata accompagnata da lungo isolamento e dalla chiusura delle scuole, attivando diverse forme di didattica a distanza, fra cui le video-lezioni. Queste ultime, come leggeremo insieme, nonostante si siano rivelate (e si riveleranno in futuro) un ottimo strumento didattico, non sono state in grado di sostituire la lezione in presenza. Almeno per i più piccoli.
In classe, infatti, insieme ai coetanei, i bambini imparano a collaborare, a fidarsi degli altri, a esercitare l’empatia, a confrontarsi e controllarsi: tutte competenze sociali che concorrono a formare la personalità di ciascuno di loro.
Rimanere forzatamente in casa per molto tempo, inoltre, non solo ha privato i bambini del contatto con i pari, ma li ha visti anche inevitabilmente e intimamente coinvolti, attraverso il fenomeno del cosiddetto “contagio emotivo”, nelle situazioni di stress patite dai genitori per gli effetti del lockdown.
E così, come ci spiega anche il dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto nella sua post-fazione del libro “Pannocchia non ha più paura”, in molti bambini sono riemersi comportamenti che erano già stati superati con la crescita: un maggiore bisogno di abbracci e coccole, un rinnovato attaccamento alla mamma o il rifiuto di mangiare certi cibi. Alcuni sono diventati più irritabili e altri hanno manifestato disturbi del sonno e forme d’ansia, come quella da separazione o quella causata dalla cancellazione delle proprie abitudini.
In condizioni normali le paure tendono a svanire grazie all’acquisizione, nel tempo, di competenze cognitive ed emotive. Il superamento di una paura è legato all’ascolto e al sostegno degli adulti.
Con la ripresa della scuola, seppur a singhiozzo e con tanti nuovi obblighi e limitazioni, si è cercato di accogliere il disagio dei piccoli cercando di non sminuirne le loro paure ma, al contrario, adoperandosi in tutti i modi per aiutarli a superarle.
Uno di questi modi è stata l’invenzione, con loro e per loro, della fiaba di “Pannocchia”.
Questo racconto si è rivelato uno strumento di espressione fondamentale per comunicare con i bambini. Di fronte alle loro paure ha poco senso utilizzare un linguaggio razionale, mentre la metafora e la narrazione, come il gioco o il disegno, sono terreno fertile in cui il vissuto emotivo prende vita e riesce a esprimersi.
Attraverso le fiabe è possibile insegnare ai bambini a diventare grandi, fornire esempi di come sia possibile misurarsi con ciò che non si conosce, fare cose nuove, essere coraggiosi e pensare con la propria testa per orientarsi in ogni situazione.
Abbiamo scelto personaggi positivi, capaci di affrontare le sfide con coraggio e di ridimensionare le paure e le avversità.
Pannocchia è la sorellina di Pinocchio e, come lui, ha delle difficoltà a misurarsi con il mondo. Ma (come vedremo nel cartone animato), mentre Pinocchio scappa via per paura di assumersi le proprie responsabilità, Pannocchia ha una reazione contraria: si chiude sempre di più in se stessa.
Come tutti i “bambini della pandemia”, è costretta a restare sigillata in casa suo malgrado. La permanenza forzata tra le mura domestiche scatenerà in lei atteggiamenti di rifiuto e paura. Ma, alla fine, grazie a ciò che apprenderà dalla sua esperienza e all’aiuto delle persone che le vogliono bene, riuscirà a superare queste difficoltà, potendo nuovamente uscire per andare a scuola e giocare all’aperto con i suoi amici.
Realizzare un cartone animato ha reso entusiasti i bambini perché hanno potuto vedere i loro disegni animarsi e prendere vita e, al tempo stesso, hanno acquisito consapevolezza delle nozioni fondamentali relative al movimento e alla dinamicità del mondo che li circonda. Attraverso un cartone animato è stato possibile spiegare diversi concetti in maniera semplice e lineare. Questo perché i bambini hanno la possibilità di avere una visione astratta di qualsiasi situazione o personaggio, senza focalizzarsi troppo sui dettagli non utili alla comprensione. Essi, inoltre, adorano vedere un film d’animazione più volte, anche se conoscono il finale e se ricordano le battute, purché i protagonisti abbiano sempre caratteristiche di grande empatia.
Tra i mille scopi già notificati di questo progetto c'è stato anche quello di stimolare i bambini alla riscoperta della fantasia dopo un lungo periodo di isolamento e aiutarli così ad uscire dal già citato “contagio emotivo”, fonte di grande stress anche per i genitori. Pannocchia ci mostra come il coraggio di affrontare il mondo non sia altro che un anticorpo che tutti gli esseri umani, adulti e bambini, possono sviluppare solo se affrontano le loro paure.
È bello pensare che, proprio nel momento in cui suo fratello Pinocchio capisce l’importanza di tornare a casa, sua sorella Pannocchia scopra - o riscopra - quanto sia straordinario relazionarsi con le persone e le cose che ci sono là fuori.
Ma tutto questo lo impareremo insieme all'interno del libro.
Matteo Pagliarusco
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