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Il teatro a scuola non è una recita: è crescita



Da troppi anni il teatro a scuola viene confinato alla “recita di fine anno”. Un momento di esibizione che dura pochi minuti, costruito in fretta e furia, pensato più per i genitori che filmano con il cellulare che per i ragazzi che, con ansia, salgono sul palco a ripetere battute a memoria. Finita la festa, finisce tutto: via costumi, via applausi, via teatro.

Ma il teatro vero, quello che educa e trasforma, non è questo.



Il laboratorio teatrale non si esaurisce nel “prodotto finale”. È uno spazio di crescita continua dove ogni ragazzo ha la possibilità di scoprire chi è, cosa sente, cosa desidera comunicareQui, l’errore non è un fallimento ma un’occasione. Qui, la voce e il corpo diventano strumenti per conoscersi e per conoscere gli altri. Qui, ogni incontro è un passo verso la consapevolezza di sé.

Il teatro a scuola, se vissuto come laboratorio, diventa uno strumento potentissimo per affrontare le emozioni, per imparare ad ascoltare, per costruire fiducia, per allenare l’empatia, l'intelligenza emotiva e il rispetto reciproco. È un’educazione alla complessità, che sviluppa intelligenze diverse, ben oltre le logiche delle interrogazioni e delle verifiche.



Occhio però, perché qui non si tratta di “giocare al teatro” in modo superficiale: si tratta di lavorare su di sé attraverso il teatro. Il processo conta più del risultato. Ogni prova, ogni improvvisazione, ogni discussione e ogni dibattito, sono momenti in cui i ragazzi imparano a gestire il proprio spazio, il proprio corpo, le proprie emozioni. Imparano a comunicare, a cooperare, a rispettare le idee degli altri, a trovare la propria voce.



Se la scuola ha il compito di preparare i cittadini del domani, non può limitarsi a insegnare nozioni. Deve educare persone capaci di abitare il mondo con responsabilità, sensibilità e spirito critico. Il teatro educativo non è un “di più”, ma un diritto degli studenti. È un atto pedagogico che trasforma.

Recitare un testo a memoria è un esercizio, ma non basta. Quello che serve oggi sono scuole che abbiano il coraggio di investire in laboratori teatrali continuativi, dove il teatro diventa linguaggio vivo, occasione di relazione autentica, laboratorio di cittadinanza attiva.



Il palco non è più un luogo di sola esibizione. È un luogo di incontro, di crescita, di cura. Un laboratorio teatrale a scuola non si esaurisce con una foto di gruppo: continua a vivere in ogni studente che ha imparato a guardare se stesso e gli altri con occhi nuovi.

Investire in laboratori teatrali a scuola significa scommettere su una scuola che educa per davvero. Una scuola che non si accontenta di formare alunni, ma si impegna a formare persone.

Forse è arrivato il momento di fare una scelta: vogliamo continuare a fare recite di fine anno o vogliamo educare attraverso il teatro?

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