Una giornata intensa di parole, pensieri e condivisione ha accompagnato l’11º Incontro degli Scrittori Berici, organizzato come ogni anno dalla rivista Il Basso Vicentino. L’evento, ospitato presso l’Enoteca da Cesare di Ponte di Nanto, ha riunito numerosi autori dell’Area Berica in un clima di autentica amicizia, confronto e amore per la scrittura.
Tra i protagonisti della giornata anche Matteo Pagliarusco, regista, scrittore ed editore, che ha presentato in anteprima nazionale il suo nuovo libro “La nostra ultima storia – Manifesto disperato di una specie che sta diventando obsoleta”, pubblicato da Vela Viola Edizioni all’interno della collana Voci dal Mare.
Un manifesto per restare umani
Il libro — che l’autore definisce “un pugno sul tavolo dopo una discussione troppo lunga” — affronta con lucidità e coraggio una delle più grandi sfide del nostro tempo: la progressiva disumanizzazione dell’individuo nell’era dell’intelligenza artificiale e della velocità digitale.
Pagliarusco esplora il tema dell’esaurimento invisibile che colpisce l’uomo contemporaneo, non più distrutto dal lavoro fisico, ma logorato da una stanchezza mentale costante, fatta di connessioni continue, iperproduttività e confronto con algoritmi che sembrano saper fare tutto meglio di noi.
Pagina dopo pagina, il libro diventa una riflessione filosofica, sociologica e profondamente umana su cosa significhi oggi restare vivi in un mondo che chiede di essere sempre connessi, efficienti e “ottimizzati”.
Con uno stile diretto, appassionato e a tratti provocatorio, l’autore racconta il nostro rapporto con la tecnologia come un lento addestramento alla perdita: la perdita della lentezza, della paura dell'errore, della fuga dalla noia e persino del pensiero critico. “Non è un libro contro l’intelligenza artificiale,” spiega Pagliarusco, “ma contro l’idea che dobbiamo diventare simili a lei per sentirci all’altezza.”
Tra filosofia, psicologia e poesia del reale
La nostra ultima storia è una sorta di saggio narrativo, un viaggio dentro le contraddizioni della contemporaneità, capace di mescolare linguaggio divulgativo e poesia, ironia e disperazione, filosofia e quotidianità.
I capitoli — dal “Nuovo esaurimento nervoso” alla “Noia come rivoluzione”, fino a “Opinioni prefabbricate” — analizzano con tono lucido ma empatico fenomeni come il burnout digitale, la colonizzazione del tempo, il tecnofeudalesimo dei social network, la dipendenza cognitiva dall’IA e la crescente difficoltà a distinguere il reale dal simulato.
Il risultato è un libro che non offre soluzioni, ma domande necessarie, un testo che non si limita a denunciare ma invita a resistere: rallentando, respirando, riscoprendo la lentezza come forma di libertà.
Un incontro tra scrittori, idee e umanità
Durante la presentazione, Pagliarusco ha dialogato con gli altri autori presenti, condividendo riflessioni sul futuro della scrittura nell’epoca delle macchine e sull’importanza di difendere la voce umana in un panorama sempre più dominato da contenuti generati da algoritmi.
L’evento — che ha coinciso anche con la celebrazione del numero 500 della rivista Il Basso Vicentino — ha confermato ancora una volta come gli Scrittori Berici rappresentino un vero punto di riferimento culturale per il territorio, un luogo dove la scrittura torna a essere incontro, scambio e comunità.
L’Enoteca da Cesare ha accolto gli ospiti con un pranzo conviviale, trasformando l’incontro in una giornata di amicizia e calore umano, proprio come nella migliore tradizione di questo appuntamento letterario.
Con la presentazione di La nostra ultima storia, Matteo Pagliarusco conferma la sua doppia anima di scrittore e osservatore del tempo presente, capace di unire la sensibilità dell’artista alla lucidità del sociologo.
Un libro che non si limita a raccontare l’oggi, ma che ci costringe — con dolcezza e fermezza — a interrogarci sul domani.






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